mercoledì 14 gennaio 2015

Il teatro vissuto come esercizio di scrittura


Durante la mia esperienza con il teatro amatoriale ho imparato molto e mai mi sognerei di abbandonare un luogo di esercizio così fertile.


Mi fu chiesto, con aria al quanto candida: "Ti va di scrivere qualcosa per noi? Siamo sei, tutte donne!".
Un si pieno di entusiasmo fu la mia risposta, esattamente pochi istanti prima di sprofondare nel panico. 
Avevo frequentato, qualche anno prima, dieci per l'esattezza, uno stage di scrittura teatrale e andai subito a ricercare nei ricordi quell'esperienza sperando di trovare, se non proprio l'ispirazione,  almeno un po' di conforto.
Mi sentivo come una scolaretta alla quale hanno assegnato un compito in  classe: hai sei attrici, fanne una commedia.


Non solo dovevo inventarmi una trama, avevo anche il vincolo del numero dei protagonisti e del sesso. Doveva essere una commedia non drammatica casomai brillante e, conoscendomi, alla fine doveva pure comunicare qualcosa,  magari in modo sottile, ma un messaggio lo doveva lanciare.
E quindi? Non mi restava che scrivere questa benedetta commedia.


Perfetto: scrivere per le donne mi è sempre piaciuto; l'ironia non mi manca; inventarsi due, tre o sei personaggi che differenza fa?; quanto al messaggio in bottiglia per il pubblico volenteroso che si sarebbe immolato... dov'era il problema? C'è sempre qualcosa da dire.

Così ebbe iniziò nel 2007 la mia avventura ed ho all'attivo quattro commedie che, fra mille ostacoli, ma tanta buona volontà, sono andate in scena.
Ho imparato tanto, osservando tutto e tutti, ascoltando le critiche e facendone tesoro, senza perdere però la mia personalità e senza rinunciare al mio stile.


Ho imparato dagli attori, attraverso la loro difficoltà nel fare propri i personaggi.
Mi ha insegnato molto osservare la regista nel suo studio caparbio della scena,  dei movimenti e dei toni.
Importante è stato lo studio della giusta scenografia, per dare al pubblico la possibilità di capire con un'occhiata ciò che in un libro varrebbe intere pagine descrittive. 
Fondamentale è stato assistere non solo ai debutti, ma anche alle repliche perché ogni sera un pubblico nuovo percepisce a modo suo ogni particolare, ogni battuta, rimanendo sempre e comunque il giudice supremo e inappellabile. Il suo giudizio si percepisce in diretta come se si fosse nelle loro teste mentre leggono un tuo libro.
Non può mentire, la risata, l'applauso, l'empatia non sono riproducibili in laboratorio. 


Per tutto questo, per un mondo fatto di emozioni e sacrifici, ma anche di tanta soddisfazione,  ho pensato di condividere questa mia esperienza,  di metterla su carta ops! su video, per aiutarmi a mettere ordine nelle mie esperienze, per rendervi partecipi di un modo alternativo di fare esercizio.
Di volta in volta vi racconterò dei nodi che, grazie al teatro, spero di riuscire a sciogliere definitivamente prima o poi e che sono, guarda caso, i nodi di ogni scrittore:
* l'idea
* la trama
* climax, colpi di scena, fuochi d'artificio e tric e trac
* la descrizione degli ambienti
* la caratterizzazione dei personaggi
* i dialoghi
* l'importanza della colonna sonora


Un'impresa ardua? Staremo a vedere, ora però sono costretta a lasciarvi. 
Spero vorrete scusarmi, ma a teatro mi aspettano per le prove! 

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