sabato 2 agosto 2014

In dolce attesa

In questi giorni non passa ora in cui non rifletta sul fatto che il mio libro, il mio bambino come direbbe Virginia Woolf, è stato per necessità chiuso in un cassetto.
 
È una fase necessaria questa, come quella dell'editing. Non è dato sapere quanto potrà durare ma la cosa certa è che nel momento in cui ci incontreremo di nuovo, quando quel cassetto verrà riaperto e i miei occhi carezzeranno con lo sguardo fiero la copertina e tutte quelle pagine, io e il manoscritto non saremo più gli stessi e i miei occhi lo leggeranno come fosse la prima volta.
Forse la Woolf aveva ragione, tutto ciò che scriviamo e che completiamo rappresenta un parto con la sua gestazione, le sue ansie e i suoi dolori e i nostri bambini attendono soltanto di entrare a far parte del mondo. Fatto questo dobbiamo avere l'orgoglio e la forza di lasciarli andare, non ci appartengono più, noi abbiamo dato loro solo la vita.